Riguardo alle detrazioni, da Roma giungono segnali di una volontà di stabilizzazione, seppure con più distinguo.
Si riparla dell’aliquota del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, in merito alla quale il Governo si impegna a estenderne l’applicazione all’adeguamento antisismico dell’esistente (ora al 50%), contemplando tra i soggetti beneficiari anche le imprese.
Ma allo studio è una riforma più articolata dell’incentivo, contenuta in una bozza della Strategia Energetica Nazionale, che il Ministero dello Sviluppo Economico sottoporrà alle parti interessate nei prossimi giorni. L’intenzione è quella di parametrare la percentuale di spesa detraibile, i tetti di spesa ammissibili, i tempi e le modalità di dilazione del rimborso alle diverse tipologie di beneficio.
La relazione tra le variabili in gioco, inoltre, oltre a definire l’effettiva entità del vantaggio, costituirà essa stessa una variabile di più ampi piani di riqualificazione urbanistica. Secondo il Governo, infatti, i singoli interventi di efficientamento edilizio dovranno indirizzare la progettazione e la pianificazione delle città, le quali presentano un consumo pari a circa il 70% dell’energia del Paese, in gran parte imputabile proprio dall’assorbimento di tipo residenziale.